La storia della Sicilia è stata particolarmente influenzata dalle varie civiltà che si sono affermate nel corso dell’antichità sviluppando una moltitudine di culture e tradizioni. Da sempre, a suscitare un fascino peculiare è il maestoso vulcano Etna. La sua storia, infatti, è caratterizzata da un ricchissimo numero di eruzioni che, sin dalla preistoria, si sono abbattute sui territori circostanti, spesso, interessando e minacciando la stessa città di Catania. Con i suoi 3340 km di altezza, il vulcano chiamato anche Mongibello, oltre ad essere il più alto d’Europa è anche uno dei più attivi al mondo, primati che annualmente consentono di richiamare l’attenzione di numerosi visitatori attratti dal fascino delle sue improvvise e spettacolari eruzioni.

 

 

 Figura 1. Etna in eruzione

 Miti e credenze popolari

Le eruzioni, particolarmente regolari e intense, hanno reso l’Etna un soggetto di grande interesse per la mitologia e le credenze popolari. Da sempre, infatti, il possente vulcano che domina l’intera Sicilia orientale è stato fonte di grande ispirazione per antiche leggende, talvolta legate agli dèi dell’Olimpo e ai giganti, loro eterni rivali.

Gli antichi greci giustificavano le continue eruzioni dell’Etna attraverso il mito del gigante Encelado. La storia di Encelado si inserisce nel grande racconto della Gigantomachia, ovvero la violenta lotta per la supremazia del mondo, nella quale si scontrarono da una parte i giganti e dall’altra le divinità dell’Olimpo. Del mito di Encelado sono state diffuse diverse varianti, quella che vi racconteremo è la più famosa! 

 

Il mito di Encelado

Encelado era il maggiore dei giganti, figlio di Gea e di Urano.

Un giorno decise di sfidare gli dèi, togliere il potere a Zeus e governare il mondo al suo posto. Le sue caratteristiche fisiche erano ben diverse rispetto a quelle degli altri giganti. Egli, infatti, aveva una lunga coda di serpente e una folta barba in grado di emettere scintille di fuoco ogni qual volta si adirava. Queste gli bruciacchiavano barba e capelli, che però, subito dopo, ricrescevano più folti di prima. 

A causa di tutte queste sue peculiarità, il gigante Encelado era temuto da tutti i suoi fratelli che pur di non farlo adirare erano costretti ad assecondare le sue decisioni senza controbattere. Per conquistare il potere e l’ambito trono di Zeus i giganti posero uno sull’altro i cocuzzoli dei monti più alti, tra cui il Monte Bianco, le montagne asiatiche e il Pindo greco, in modo tale da essere sfruttati come scale dallo stesso Encelado. Tuttavia, prima di raggiungere la vetta dell’Olimpo, il gigante venne intercettato dalla dea Atena, la quale scagliò un grande masso di forma triangolare che lo colpì al centro del petto. 

 

Figura 2. Rilievo di Atena che colpisce Encelado dal tempio E di Selinunte (La Sicilia in rete)

 

Dopo aver subito il duro attacco, Encelado cadde nel mar Mediterraneo dove venne sepolto dall’enorme masso e dal cumulo di monti e terra che egli stesso aveva precedentemente predisposto per raggiungere la dimora delle divinità.

 

Figura 3. Fontana di Encelado nei giardini di Versailles (Wikiwand)

 

Con la caduta del gigante nacque la splendida isola di Sicilia. Secondo il mito, infatti, l’alluce destro di Encelado si trova sotto il Monte Erice, la gamba destra tende verso la città di Palermo, mentre la sinistra verso Mazara. Per quanto riguarda le braccia, queste sono distese e si trovano una lungo Messina e l’altra verso Siracusa. Infine, la testa giace sotto l’Etna che erutta ogni qualvolta il gigante manifesta la sua collera nei confronti di Zeus e delle altre divinità dell’Olimpo. La rabbia del gigante, infatti, è così insostenibile da iniziare a sputare fuoco e fiamme dal cratere del vulcano catanese.

 

Figura 4. Il gigante Encelado intrappolato (castelvetranoselinunte.it)

 

Questo mito, dunque, attribuisce l’intensa e regolare attività vulcanica dell’Etna al respiro rabbioso e infuocato di Encelado, mentre i tremori della terra, che si verificano durante i terremoti, sono da rintracciare nel suo rotolarsi sotto l’isola a causa delle ferite riportate dopo la caduta. 

Talvolta, il mito riesce a sopravvivere tanto che ancora oggi in Grecia il terremoto viene poeticamente chiamato un “colpo di Encelado”.

E voi? Conoscevate questo peculiare mito sulla nascita della Sicilia e sulle eruzioni vulcaniche dell’Etna?

 

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