La Sicilia, posta al centro del Mediterraneo, è stata anticamente un crocevia di varie culture e civiltà. Tra i periodi di maggiore splendore vissuti dall’isola ricordiamo quello bizantino caratterizzato da una durata di quasi tre secoli.

Nel 535 d.C. il generale Belisario, al servizio dell’imperatore Giustiniano, sbarcato nelle coste catanesi in breve tempo conquistò la Sicilia intera che, da quel momento, entrò a far parte dell’Impero d’Oriente. Con la sottrazione delle diocesi siciliane alla giurisdizione di Roma per essere annesse al patriarcato di Costantinopoli, l’isola venne raggiunta da moltissimi monaci Basiliani, così definiti da San Basilio il fondatore dell’ordine. L’arrivo dei monaci nel territorio siciliano darà avvio all’edificazione di moltissime cappelle caratterizzate da una costruzione particolarmente geometrica e da forme tipicamente cubiche. Queste cappelle, diffuse per lo più nella parte orientale della Sicilia, vengono indicate con l’appellativo di “cube”, un termine caratterizzato da un’origine misteriosa che è stata oggetto di studio. Secondo alcuni studiosi deriverebbe dal latino cupa (botte) e cupula (botticella), secondo altri dall’arabo kubbah (deposito), per altri ancora deriverebbe dalle particolari forme strutturali dell’edificio. 

Oggi, le testimonianze più importanti conservatesi sono la cuba di Santa Domenica situata a Castiglione di Sicilia in provincia di Catania e la cuba della Santissima Trinità di Delia a Castelvetrano in provincia di Trapani.

L’edificio di Castiglione di Sicilia, dedicato a Santa Domenica è considerata la più importante cuba presente in Sicilia. Difatti, nel 1909, per le sue straordinarie dimensioni, per la sua origine storica e per la sua unicità tipologica le è stato riconosciuto lo status di monumento nazionale da parte delle istituzioni e degli enti amministrativi locali, a seguito della relazione effettuata dalla Regia Soprintendenza di Siracusa.

 

La cuba oggi appare come una cappella rurale posta nelle fertili campagne di Castiglione di Sicilia, non troppo distante dal fiume Alcantara che bagna e attraversa il territorio. I molteplici studi effettuati sull’edificio attribuiscono una datazione compresa tra il VII e il IX secolo d.C., visti gli evidenti richiami all’architettura religiosa bizantina. Piuttosto vari risultano essere i materiali da costruzione utilizzati per l’edificazione della chiesa, tra i quali non mancano rocce calcaree e blocchi di pietra lavica. Tuttavia, oggi, mentre la parte esterna della struttura appare ben conservata (nonostante la scarsa attenzione che le è stata attribuita negli anni passati) l’interno dell’edificio, un tempo decorato da splendidi affreschi bizantini, si presenta spoglio e privo di ornamenti.
           
Come detto, la peculiarità dell’edificio consiste propriamente nelle forme rigidamente geometriche e cubiche. La chiesa, infatti, si presenta a croce greca con pianta quadrata, dotata di una cupola e di un’abside semicircolare rivolto ad oriente, come da tradizione bizantina. Si tratta, infatti, di una struttura che sembrerebbe richiamare la chiesa di Santa Sofia ad Istanbul, tradizionale esempio di costruzione costantinopolitana per eccellenza.

                      

Chiesa di Santa Sofia ad Istanbul (wikipedia)

 

La facciata composta da due ordini è tripartita, con un corpo centrale di dimensioni maggiori affiancato dalle parti laterali decisamente più basse e chiuse a spiovente. Al di sopra del grande portale d’accesso alla cappella è presente una bifora, ovvero un’apertura, che secondo la tradizione avrebbe consentito, durante la veglia pasquale, l’ingresso nell’edificio di

fasci di luce emanati dalla luna piena. Questi, infatti, illuminando direttamente l’abside ed il resto della struttura interna dell’edificio, avrebbero dato inizio alla celebrazione della Santa Pasqua.

Negli ultimi anni a suscitare particolare attenzione è stato l’ambiente interno della cappella, in quanto caratterizzato da un corpo cubico centrale racchiuso da una volta che sembrerebbe ispirarsi agli edifici architettonici di fattura islamica. Se tale ipotesi venisse in qualche modo confermata, l’edificio andrebbe sottoposto ad una nuova collocazione temporale e, dunque, inserito tra l’VIII e il X secolo, in un periodo caratterizzato dalla fine della dominazione bizantina in Sicilia e l’inizio della dominazione islamica. La struttura, in questo caso, potrebbe incarnare i caratteri tipologici e culturali appartenenti ad entrambe le culture che influenzarono l’isola nell’antichità; da una parte le cupole con caratteristiche arabeggianti e dall’altra bifore, trifore e forme strutturali di chiaro stile bizantino-orientale.


Interni della Cuba di Santa Domenica (wikipedia)

Recentemente la struttura e l’intero territorio circostante sono stati sottoposti ad una serie di restauri che hanno consentito il rinvenimento di alcuni scheletri di datazione ancora incerta che farebbero ipotizzare la presenza di un’area destinata a sepolture, attigua alla stessa struttura religiosa. Essa apparterrebbe ad una piccola comunità stanziata nel territorio, verosimilmente riconducibile gli stessi monaci Basiliani che raggiunsero l’isola nel corso del periodo bizantino.

L’esempio della cuba di Castiglione, seppur il più importante e il meglio conservato nell’isola, non è il solo. Sono numerose le altre testimonianze di queste particolari strutture diffuse in gran parte della Sicilia. Tra queste se ne segnalano tracce nei territori di Randazzo, Santa Venerina, nella Cappella Bonajuto di Catania e nel territorio del siracusano. 

Voi avete mai visto queste particolari strutture sparse per la Sicilia? Conoscevate la loro storia?

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